Metodologia
Nel dare vita alle nostre collezioni scegliamo la trasparenza: un valore fondamentale per OVS, che vogliamo condividere con tutti coloro che visitano i nostri negozi e fanno shopping sul nostro sito.
Per questo, vi raccontiamo il nostro modo di lavorare, i nostri rapporti con i fornitori, le nostre scelte in materia di produzione e distribuzione dei capi, volte a un unico obiettivo: prenderci cura del pianeta e
delle persone, attraverso un abbigliamento di qualità realizzato in modo responsabile.
Che cos’è l’indice di circolarità
dei capi?
dei capi?
L’indicatore di circolarità rappresenta il potenziale di riciclabilità dei capi che compongono le nostre collezioni. Lo abbiamo determinato con il supporto scientifico di UniSMART – Fondazione
Università degli Studi di Padova, prendendo in considerazione questi parametri per il singolo indumento:
- tipo di fibra utilizzata
- numero di fibre che costituiscono il capo
- numero di componenti di cui è composto
- tipo di fibra utilizzata
- numero di fibre che costituiscono il capo
- numero di componenti di cui è composto
Applicando un modello matematico, è stato attribuito un valore numerico da 10 (massimo) a 0 (minimo) che indica la circolarità del capo. Se un capo ha un indice di circolarità 8, per
esempio, ciò significa che esso è più riciclabile di un capo con indice 3.
Il potenziale di riciclabilità di un capo d’abbigliamento dipende in primo luogo dal tipo di fibra di cui è composto. Le diverse fibre sono state perciò classificate in base al loro potenziale di riciclabilità.
Il secondo fattore in gioco è la varietà di fibre impiegate per realizzare il tessuto, che incide sulla possibilità di recupero e conseguente riciclo delle fibre. Quindi, il potenziale di riciclabilità è inversamente proporzionale al numero di fibre.
Con numero di componenti costituenti un capo di abbigliamento ci riferiamo a fronte, retro, imbottitura ecc. Esso influisce negativamente sulla riciclabilità dell’indumento poiché all’aumentare delle componenti aumenta la lavorazione richiesta per il recupero delle fibre.
Il potenziale di riciclabilità di un capo d’abbigliamento dipende in primo luogo dal tipo di fibra di cui è composto. Le diverse fibre sono state perciò classificate in base al loro potenziale di riciclabilità.
Il secondo fattore in gioco è la varietà di fibre impiegate per realizzare il tessuto, che incide sulla possibilità di recupero e conseguente riciclo delle fibre. Quindi, il potenziale di riciclabilità è inversamente proporzionale al numero di fibre.
Con numero di componenti costituenti un capo di abbigliamento ci riferiamo a fronte, retro, imbottitura ecc. Esso influisce negativamente sulla riciclabilità dell’indumento poiché all’aumentare delle componenti aumenta la lavorazione richiesta per il recupero delle fibre.
Bibliografia:
Subramanian Senthilkannan Muthu, Yi Li, 2012. Recyclability Potential Index (RPI): The concept and quantification of RPI for textile fibres. Ecological Indicators, Volume 18, Pages 58-62.
Subramanian Senthilkannan Muthu, Yi Li, 2012. Recyclability Potential Index (RPI): The concept and quantification of RPI for textile fibres. Ecological Indicators, Volume 18, Pages 58-62.


Come abbiamo valutato i potenziali impatti sui cambiamenti climatici e sul consumo d’acqua?
Per valutare e quantificare i potenziali impatti ambientali di ogni singolo capo delle nostre collezioni abbiamo considerato le seguenti fasi del suo ciclo di vita:
- estrazione e produzione delle materie prime (per esempio cotone, poliestere, cotone biologico, modal)
- lavorazione (filatura, taglio, finissaggio, confezione)
- trasporto e distribuzione.
I risultati sono rappresentati from cradle to gate, cioè dalla culla fino al cancello dell’azienda. Per ogni singolo capo abbiamo inoltre considerato parametri come:
- peso
- composizione
- provenienza
- specifiche lavorazioni
- estrazione e produzione delle materie prime (per esempio cotone, poliestere, cotone biologico, modal)
- lavorazione (filatura, taglio, finissaggio, confezione)
- trasporto e distribuzione.
I risultati sono rappresentati from cradle to gate, cioè dalla culla fino al cancello dell’azienda. Per ogni singolo capo abbiamo inoltre considerato parametri come:
- peso
- composizione
- provenienza
- specifiche lavorazioni
Per condurre questa valutazione, in collaborazione con UniSMART – Fondazione Università degli Studi di Padova, ci siamo rifatti alla metodologia normata dagli standard ISO 14040 e 14044 (ISO,
2006a,b). Per la valutazione dei potenziali impatti sul clima è stato impiegato il metodo IPCC GWP 100 (IPCC, 2013), il coefficiente che esprime il potenziale di riscaldamento globale messo a punto
dall’Organismo Internazionale per la Valutazione dei Cambiamenti Climatici. Per la valutazione dei potenziali impatti dei consumi d’acqua sulla scarsità idrica è stato impiegato il metodo di Pfister
et al. (Pfister et al., 2009).
Bibliografia Ecoinvent, Dataset Manual, http://www.ecoinvent.org/ Fondazione sviluppo sostenibile, 2019. L’Italia del riciclo. Capitolo 15 Tessili. IPCC, 2013. Climate Change 2013: The Physical
Science Basis. Contribution of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change. Stocker T.F., Qin D., Plattner G.-K., Tignor M., Allen S.K.,
Boschung J., Nauels A., Xia Y., Bex V. and Midgley P.M. (eds.). Cambridge University Press, Cambridge, United Kingdom and New York, NY, USA, 2013, pp 1535 ISO, 2006a. ISO 14040 Environmental
management — Life cycle assessment — Principles and framework ISO, 2006b. ISO 14044 Environmental management -- Life cycle assessment -- Requirements and guidelines. JRC, 2014. Environmental
Improvement Potential of Textiles (IMPRO-Textiles). OVS, 2020. Inventario GHG OVS SPA Study Report. Rev.2 – Data 02.03.2020 Palamutcu, S., 2010. Electric energy consumption in the cotton textile
processing stages, Energy, Elsevier, vol. 35(7), pages 2945-2952. Pesnel, S., Payet, J., 2019. Product Environmental Footprint Category Rules (PEFCR) T-shirts. Version 1.0 Pfister, S., Koehler,
A., Hellweg, S., 2009. Assessing the environmental impacts of freshwater consumption in LCA. Environ. Sci. Tech. 43 (11), 4098-4104.
Che cos’è l’indice di circolarità dei capi?
L’indicatore di circolarità rappresenta il potenziale di riciclabilità dei capi che compongono le nostre collezioni. Lo abbiamo determinato con il supporto scientifico di UniSMART – Fondazione
Università degli Studi di Padova, prendendo in considerazione questi parametri per il singolo indumento:
- tipo di fibra utilizzata
- numero di fibre che costituiscono il capo
- numero di componenti di cui è composto
- tipo di fibra utilizzata
- numero di fibre che costituiscono il capo
- numero di componenti di cui è composto

Applicando un modello matematico, è stato attribuito un valore numerico da 10 (massimo) a 0 (minimo) che indica la circolarità del capo. Se un capo ha un indice di circolarità 8, per esempio, ciò
significa che esso è più riciclabile di un capo con indice 3.
Il potenziale di riciclabilità di un capo d’abbigliamento dipende in primo luogo dal tipo di fibra di cui è composto. Le diverse fibre sono state perciò classificate in base al loro potenziale di riciclabilità.
Il secondo fattore in gioco è la varietà di fibre impiegate per realizzare il tessuto, che incide sulla possibilità di recupero e conseguente riciclo delle fibre. Quindi, il potenziale di riciclabilità è inversamente proporzionale al numero di fibre.
Con numero di componenti costituenti un capo di abbigliamento ci riferiamo a fronte, retro, imbottitura ecc. Esso influisce negativamente sulla riciclabilità dell’indumento poiché all’aumentare delle componenti aumenta la lavorazione richiesta per il recupero delle fibre.
Il potenziale di riciclabilità di un capo d’abbigliamento dipende in primo luogo dal tipo di fibra di cui è composto. Le diverse fibre sono state perciò classificate in base al loro potenziale di riciclabilità.
Il secondo fattore in gioco è la varietà di fibre impiegate per realizzare il tessuto, che incide sulla possibilità di recupero e conseguente riciclo delle fibre. Quindi, il potenziale di riciclabilità è inversamente proporzionale al numero di fibre.
Con numero di componenti costituenti un capo di abbigliamento ci riferiamo a fronte, retro, imbottitura ecc. Esso influisce negativamente sulla riciclabilità dell’indumento poiché all’aumentare delle componenti aumenta la lavorazione richiesta per il recupero delle fibre.
Bibliografia:
Subramanian Senthilkannan Muthu, Yi Li, 2012. Recyclability Potential Index (RPI): The concept and quantification of RPI for textile fibres. Ecological Indicators, Volume 18, Pages 58-62.
Subramanian Senthilkannan Muthu, Yi Li, 2012. Recyclability Potential Index (RPI): The concept and quantification of RPI for textile fibres. Ecological Indicators, Volume 18, Pages 58-62.
Come abbiamo valutato i potenziali impatti sui cambiamenti climatici e sul consumo d’acqua?
Per valutare e quantificare i potenziali impatti ambientali di ogni singolo capo delle nostre collezioni abbiamo considerato le seguenti fasi del suo ciclo di vita:
- estrazione e produzione delle materie prime (per esempio cotone, poliestere, cotone biologico, modal)
- lavorazione (filatura, taglio, finissaggio, confezione)
- trasporto e distribuzione.
I risultati sono rappresentati from cradle to gate, cioè dalla culla fino al cancello dell’azienda. Per ogni singolo capo abbiamo inoltre considerato parametri come:
- peso
- composizione
- provenienza
- specifiche lavorazioni
- estrazione e produzione delle materie prime (per esempio cotone, poliestere, cotone biologico, modal)
- lavorazione (filatura, taglio, finissaggio, confezione)
- trasporto e distribuzione.
I risultati sono rappresentati from cradle to gate, cioè dalla culla fino al cancello dell’azienda. Per ogni singolo capo abbiamo inoltre considerato parametri come:
- peso
- composizione
- provenienza
- specifiche lavorazioni

Per condurre questa valutazione, in collaborazione con UniSMART – Fondazione Università degli Studi di Padova, ci siamo rifatti alla metodologia normata dagli standard ISO 14040 e 14044 (ISO, 2006a,b). Per la
valutazione dei potenziali impatti sul clima è stato impiegato il metodo IPCC GWP 100 (IPCC, 2013), il coefficiente che esprime il potenziale di riscaldamento globale messo a punto dall’Organismo Internazionale per
la Valutazione dei Cambiamenti Climatici. Per la valutazione dei potenziali impatti dei consumi d’acqua sulla scarsità idrica è stato impiegato il metodo di Pfister et al. (Pfister et al., 2009).
Bibliografia Ecoinvent, Dataset Manual, http://www.ecoinvent.org/ Fondazione sviluppo sostenibile, 2019. L’Italia del riciclo. Capitolo 15 Tessili. IPCC, 2013. Climate Change 2013: The Physical Science Basis.
Contribution of Working Group I to the Fifth Assessment Report of the Intergovernmental Panel on Climate Change. Stocker T.F., Qin D., Plattner G.-K., Tignor M., Allen S.K., Boschung J., Nauels A., Xia Y., Bex V.
and Midgley P.M. (eds.). Cambridge University Press, Cambridge, United Kingdom and New York, NY, USA, 2013, pp 1535 ISO, 2006a. ISO 14040 Environmental management — Life cycle assessment — Principles and
framework ISO, 2006b. ISO 14044 Environmental management -- Life cycle assessment -- Requirements and guidelines. JRC, 2014. Environmental Improvement Potential of Textiles (IMPRO-Textiles). OVS, 2020. Inventario
GHG OVS SPA Study Report. Rev.2 – Data 02.03.2020 Palamutcu, S., 2010. Electric energy consumption in the cotton textile processing stages, Energy, Elsevier, vol. 35(7), pages 2945-2952. Pesnel, S., Payet, J.,
2019. Product Environmental Footprint Category Rules (PEFCR) T-shirts. Version 1.0 Pfister, S., Koehler, A., Hellweg, S., 2009. Assessing the environmental impacts of freshwater consumption in LCA. Environ. Sci.
Tech. 43 (11), 4098-4104.
Disclaimer: le valutazioni condotte non sono di tipo olistico, ma fanno riferimento ai soli aspetti ambientali dei cambiamenti climatici e dell’uso idrico. I risultati presentati fanno riferimento univoco alle
pratiche e assunzioni dell’azienda OVS S.p.A. e in tal senso non sono stati calcolati per essere confrontati con quelli di altre aziende e/o prodotti in quanto, anche per prodotti simili, differenze in scelte
metodologiche, ipotesi, qualità dei dati e scelta delle banche dati possono produrre risultati non confrontabili.
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